Il ciclomotore del Coyote

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maxmaxuell
view post Posted on 5/4/2017, 22:48     +1   -1




Il ciclomotore del Coyote
il Ciao Piaggio del 1967

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il ciclomotore del coyote


Eccoci con una nuova stronz... ehm volevodire con questa nuova idea che mi è venuta mentre stavo al cesso ih ih ih
dopo il successo della vespa do surci eccoci con una nuova cazzata: il ciclomotore del Coyote.
Essendo molto veloce il galletto il Coyote si compra un motorino un Ciao Piaggio del 1967 con cui lo insegue per tutto il deserto dandogli la caccia. Riuscirà il Coyote a prenderlo? di sicuro a prenderla nel culo visto la incredibile velocità del galletto.


Dopo le stronzate adesso parliamo di cose serie un po di storia per non dimenticare questo vecchio amico il Ciao Piaggio che ci ha accompagnato nella nostra infanzia per tutta la nostra città per le varie commissioni per chi lavora, per andare a scuola per chi studia, per andare a prendere la ragazza per chi è fidanzato, ecc

Il Ciao è stato uno dei ciclomotori più venduti in Italia. Fu prodotto dalla Piaggio dal 1967 al 2006.

ciao piaggio
ciao piaggio

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]
Sin dalla sua presentazione si è particolarmente distinto per la semplicità meccanica: è infatti provvisto di un motore a cilindro orizzontale da 49,77 cm³ (alesaggio × corsa 38,4 × 43 mm) a due tempi funzionante con Miscela olio-benzina al 2%; carburatore Dell'Orto SHA 12/10; distribuzione regolata da una spalla dell'albero motore. Raffreddamento ad aria forzata sul cilindro per mezzo di una ventola ricavata con alette di fusione sul volano magnete. La testa è esposta al flusso d'aria naturale. L'avviamento avviene tramite pedali dapprima molto simili a quelli di una bicicletta, in seguito fatti di metallo ricoperto di plastica nera. Essi azionano con un giro di catena la ruota posteriore, che a sua volta trasmette il movimento al motore attraverso la cinghia di trasmissione. Ciò comporta la presenza di due distinti gruppi di frizione automatica (uno per l'avviamento, l'altro per il moto normale) entrambi alloggiati nel medesimo gruppo rotante. Lo spegnimento non avviene con il consueto "bottone di massa" ma agendo con una corta leva al manubrio su una valvolina in testa (decompressore).
Dotato di un telaio molto semplice in lamiera d'acciaio, le cui forme richiamavano le biciclette da donna del tempo e al cui interno era ricavato anche il serbatoio del carburante (2,8 litri di capacità), di trasmissione automatica a cinghia trapezoidale e di impianto frenante a tamburo divenne in breve tempo un veicolo di successo al pari dell'altra famosa creazione della casa, la Vespa.
Nella fabbricazione si era cercato di ridurre al minimo i costi e di contenere il peso (inferiore a 40 kg, a secco); tutto era improntato alla massima semplicità, a partire dall'impianto delle sospensioni anteriori a biscottino. Per quanto riguarda il posteriore, la sospensione era addirittura inesistente e il comfort per il guidatore era affidato a delle molle sottostanti al sellino. Un ridotto numero di esemplari della prima serie (versioni C7N e C9N) aveva la ruota anteriore anch'essa priva di sospensione e dotata di un freno a forcella di tipo ciclistico. Queste scelte tecniche resero possibile, in data 11 ottobre 1967, presentarlo al pubblico al prezzo di listino di sole 54.000 lire (Versioni C7N e C9N), 59.000 lire (versioni C7E e C9E) e 61.000 lire (versioni C7V e C9V). La prima serie (1967-1970), distinguibile per il faro tondo e il manubrio ad U, era l'unica versione prodotta in sei varianti: tre con ruote da 2-17" (C7), e tre con ruote da 2-19" (C9); ognuna era disponibile con forcella rigida e freni anteriori a pattino (versioni N), forcella elastica (versioni E), oppure con forcella elastica e variatore automatico di velocità (versioni V). Le varianti, quindi, sono: C7N, C9N, C7E, C9E, C7V, C9V. Tutte le altre versioni fino al 1979 erano disponibili solo nelle varianti C7E e C7V.
A partire dal 1971, in sostituzione del Ciao Lusso, venne introdotta la versione SC (Super Confort), nella quale la sella (con le proprie normali molle sotto al rivestimento) era retta da un braccio imperniato nel ripiano portapacchi posteriore e supportato da una corta molla alloggiata nel puntale anteriore del medesimo ripiano. Combinando i due tipi di sella con la presenza o meno del variatore di velocità, vi erano quindi disponibili 4 versioni del modello base (P-PX-PV-PXV). Il prezzo massimo (nel 1973) era di poco inferiore a 140.000 lire.
Uno dei suoi punti di forza era certamente il peso irrisorio, oltre al ridotto consumo di carburante (pari a circa 50 km/l, che gli permettono una percorrenza di 140 km con un pieno; la casa dichiarava fosse di 70 km/l) e alla manutenzione particolarmente semplificata. Altre caratteristiche di successo sono il gancio portaborsa, il portapacchi posteriore, l'antifurto di tipo bloccasterzo e la possibilità d'essere impiegato anche come bicicletta semplicemente sbloccando il mozzo posteriore premendo un perno.
Il suo successo sul mercato indusse varie aziende specializzate nella produzione post-vendita a predisporre accessori ed elaborazioni specifiche per questo modello; tra le più note quelle di Malossi, Polini, Giannelli, Pinasco, Deganello e Simonini. Fra gli accessori disponibili c'erano il parabrezza, lo specchietto sinistro, il tappo per il serbatoio apribile con una chiave, il tachimetro/contachilometri (alloggiato nel faro), il portapacchi anteriore, quello posteriore, cestino portaoggetti, bloccaruota posteriore e borse laterali.
Il suo successo non fu limitato al mercato italiano, ed ottenne un buon riscontro anche sul mercato tedesco, dove veniva venduto in due versioni di cui una (Mofa) con velocità massima ulteriormente ridotta a 25 km/h rispetto a quella di 40 km/h ammessa dal Codice della strada italiano di quel periodo.

Un Ciao PX del 1985
Durante i quasi 40 anni di produzione, con 3 milioni e mezzo di esemplari, il Ciao è stato il ciclomotore italiano più venduto nel mondo".[2] La sua linea è rimasta pressoché invariata; le modifiche hanno riguardato principalmente il propulsore. Infatti, nel 1987 fu introdotto un carburatore Dell'Orto SHA 12/12. Nel 1996 viene introdotto un nuovo statore: vengono abbandonate le puntine platinate per far posto alle bobine elettroniche CDI e viene introdotta anche la versione Mix (miscelatore automatico). Nel 1999 il motore viene omologato Euro I che, nel 2003, diventa Euro 2.
Data anche l'importanza storica del modello è stato istituito, in collaborazione con la Piaggio, un Registro Storico dedicato.


altre info e continua a leggere qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Piaggio_Ciao

Ciao Piaggio
Un Ciao PX del 1985
 
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maxmaxuell
view post Posted on 9/4/2017, 01:00     +1   -1




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