Ortaggi su Marte

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TheTimeGuardian
view post Posted on 3/4/2016, 06:04     +1   -1




Un team di ricerca olandese è riuscito a coltivare pomodori, piselli e rucola su un terreno molto simile a quello marziano. L'obiettivo a lungo termine è la produzione di cibo sul pianeta rosso

di Federico Formica

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Il suolo di Marte è fertile e – con qualche aiutino - può essere utilizzato per coltivare ortaggi. Non è una supposizione, né una suggestione ispirata da letteratura e film, ma un dato di fatto: gli scienziati olandesi dell'istituto di ricerca Alterra, che fa parte dell'università di Wageningen, ci sono riusciti. Pomodori, piselli, segale, crescione, rucola e ravanello sono cresciuti su un terreno prelevato da un vulcano delle Hawaii, che ricalca la composizione chimica del suolo marziano. In contemporanea, i ricercatori hanno coltivato – con successo - gli stessi vegetali su un suolo terrestre e su un suolo identico a quello lunare.

Il team ha già condotto due esperimenti e lo scorso 9 marzo ha presentato i risultati alla stampa . Ad aprile partirà una terza coltivazione e per finanziare il progetto è stata lanciata una campagna di crowdfunding durante la quale è già stato raccolto un terzo dei 25.000 euro richiesti. Per chi contribuisce sono previsti diversi premi: 500 euro, ad esempio, danno diritto a una “cena marziana”, con gli ortaggi cresciuti sul suolo tipico del pianeta rosso. Sempre che siano sicuri, perché finora nessun ortaggio è stato consumato per precauzione.

Già, perché nonostante gli ortaggi “marziani” abbiano vegetato più o meno come quelli terrestri (solo un po' più lentamente) c'è una differenza non da poco: il suolo del pianeta rosso è ricco di metalli pesanti (soprattutto ferro), che potrebbero averli resi immangiabili. “Ma di questo non siamo ancora sicuri, il principale obiettivo del prossimo esperimento è proprio capire se i metalli sono stati assorbiti dalle piante e dai frutti. In quel caso i frutti sarebbero tossici”, spiega via email al National Geographic il coordinatore del progetto Wieger Wamelink.

Non solo ruggine. Il suolo marziano è composto soprattutto da ossidi di ferro. “Fondamentalmente, ruggine” sintetizza Wamelink, per il resto è silice, la componente principale della sabbia terrestre. “Ma ci sono anche diversi nutrienti come potassio, fosforo e ossidi di calcio, così come piombo, mercurio e alluminio”. Sulla Terra, spiega il ricercatore, si possono trovare suoli molto simili a quelli di Marte (e proprio da lì sono stati i prelevati i campioni utilizzati per coltivare gli ortaggi), ma in generale sul nostro pianeta i metalli pesanti sono meno abbondanti.

Proprio per questo gli scienziati-agricoltori hanno aggiunto erba tagliata e concime organico. Questo, continua Wamelink, ha consentito di superare tre limiti del suolo marziano: la carenza di elementi nutritivi, la scarsa capacità di trattenere l'acqua e l'elevata presenza di alluminio. “La materia organica che abbiamo aggiunto si lega all'alluminio che è naturalmente presente nel suolo di Marte. Questo contribuisce a evitare che il metallo – tossico per le piante - venga assorbito”.

Gli olandesi non sono gli unici a condurre esperimenti sulla crescita di ortaggi su Marte. Lo sta facendo anche la Nasa, ma gli americani non avevano ancora provato a vedere che succede se, al suolo marziano, si aggiungono l'acqua e il concime naturale. Tuttavia Wamelink preferisce restare (ancora) coi piedi per terra: “Noi l'abbiamo fatto e ha funzionato, ma non possiamo essere certi che funzioni anche su Marte. La certezza l'avremo solo una volta che avremo portato sulla Terra un po' di suolo marziano o conducendo nuovi test direttamente laggiù” ha spiegato in una recente intervista. Un'ipotesi al momento non percorribile.

La terra non basta. Aver scoperto che una terra simil-marziana è coltivabile è un grande passo avanti per la scienza. Ma questo non è sufficiente per trasformare il pianeta rosso in una specie di Mezzaluna fertile. Anzi, probabilmente non succederà mai. Su Marte i raggi solari arrivano con un'intensità che è circa la metà rispetto alla Terra. La pressione atmosferica è molto inferiore, “circa lo 0,6% rispetto a quella terrestre” ha detto il ricercatore.

In queste condizioni, coltivare en plein air è impensabile. La soluzione più praticabile ad oggi è la serra, meglio ancora se sotterranea, con luce artificiale e atmosfera pressurizzata per ricreare il più possibile le condizioni terrestri.

Cibo per pionieri. L'obiettivo a lungo termine di queste ricerche non è difficile da immaginare: fornire ai primi abitanti di Marte gli strumenti per auto-prodursi il cibo, senza dipendere eccessivamente dalla Terra. Sembra fantascienza ma ci si sta lavorando. E non da oggi. Il progetto Mars-One, sponsor dei ricercatori olandesi, prevede di mandare i primi uomini su Marte nel 2026. Costruiranno una base permanente, vivranno e faranno ricerca direttamente sul pianeta rosso. Mars One è una fondazione: mentre raccoglie fondi sta continuando a pianificare la missione e ha già iniziato le selezioni del primo equipaggio di pionieri. A razzi, moduli e tutta la parte di ingegneria spaziale penseranno “le compagnie aerospaziali di maggior esperienza”, si legge sul sito.

“Spero che tutto sia pronto per il 2026 – dice Wamelink – ma dipende da quanti fondi riusciamo ad attirare”. Lo studioso di ecologia stima in 10 anni il tempo necessario per concludere le ricerche, per un costo di circa 5 milioni di euro. Nulla in confronto ai costi stellari di razzi e satelliti, come lo stesso Wamelink sottolinea.

Countdown per ExoMars. Intanto l'Esa, l'Agenzia spaziale europea, si prepara a tornare nell'orbita del pianeta rosso. Il 14 marzo partirà la missione Exomars. A bordo ci sarà Tgo, una sonda che studierà l'atmosfera del pianeta, e un lander che atterrerà sulla superficie. Il modulo è stato chiamato Schiaparelli in onore dell'astronomo italiano che a fine Ottocento osservò per primo i canali di Marte. Exomars raggiungerà l'orbita marziana a ottobre 2016. Nel frattempo, se tutto andrà bene, gli scienziati olandesi avranno già gustato la prima insalata marziana.


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